<Il tempo è un’emozione ed è una grandezza bidimensionale, nel senso che puoi viverlo in lunghezza o in larghezza. Se lo vivi in lunghezza, in modo monotono e sempre uguale, dopo 60 avrai 60 anni. Se invece lo vivi in larghezza, con alti e bassi, innamorandoti e magari facendo pure qualche sciocchezza, magari dopo 60 anni avrai solo 30 anni. Il problema è che gli uomini studiano come allungare la vita, quando invece dovrebbero studiare come allargarla.> L. De Crescenzo
Siamo abituati ad un tempo che scorre linearmente e inesorabilmente in avanti. In lunghezza, come dice De Crescenzo.
Il cambiamento scardina il concetto di tempo lineare a cui siamo abituati e crea spazio per una nuova percezione del tempo. Più ampia. Di qualità.
Il tempo del cambiamento è infatti un tempo circolare. Il cambiamento considera l’opportunità di aprire e chiudere cicli, apprendere e riapprendere, ripartire dopo una chiusura, formare nuove consapevolezze, ristabilire nuovi equilibri che generino nuove azioni.
Il cambiamento allarga l’orizzonte del tempo. Apre nuove prospettive, Sapere leggere il tempo in chiave circolare significa muoversi in uno spazio sferico e senza spigoli e non lungo una linea retta. Significa darsi l’opportunità di allargare il proprio tempo.
Il cambiamento allena ad incontrare e imparare a vivere un tempo rallentato, di pausa, necessario a cambiare prospettiva per ampliare il valore del nostro presente.
Imparare a riconoscere che il tempo rallenta nei momenti intensi, ritorni nelle sorprese, si fermi nella noia, scorra monotono e implacabile quando siamo bloccati nelle nostre decisioni di cambiamento.
Nel lavoro ad esempio, l’orario di lavoro è qualcosa che ci inchioda irrimediabilmente al tempo lineare: ripetitivo, uguale ogni giorno dopo l’altro. Andare nello stesso ufficio, alla stessa ora, tutti i giorni, non è una scelta, è una convenzione, un prodotto culturale di modelli organizzativi sbagliati basati sul controllo spazio-temporale anziché sulla fiducia e sui risultati. E questa modalità non performante di lavoro ci incatena allo scorrere implacabile del tempo lineare. Ogni giornata un piccolo mattone di tempo, sempre uguale, che giorno dopo giorno lastrica il sentiero della nostra vita. Diverso sarebbe se potessimo lavorare scegliendo un tempo circolare, che ci permetta di incastrare, in armonia, lavoro e vita personale.
Esiste un tempo esterno e un tempo interno. Il tempo esterno è Kronos, ed è quello degli orologi, dei calendari, ed è uguale per tutti. Il tempo interno, invece, è Kairos ed é ciò che decidiamo di fare del nostro tempo. Ovvero quello che <scegliamo> di fare con la variabile tempo.
Il cambiamento ci dice una cosa semplice e potente : usa il tuo tempo in modo diverso. Scegli tu cosa farne, come frammentarlo in spazi di produttività, come renderlo circolare in funzione delle attività che richiedono priorità (magari perché ne mettono in circolo altre).
Lavorare in modo agile, secondo un tempo circolare, significa mettere in equilibrio tempo interno e tempo esterno, scoprire il ritmo più favorevole a creare azioni generative, significa mettere sé stessi al centro della giornata lavorativa, “guidando” il proprio tempo e coordinandolo con quello degli altri, senza subire le imposizioni di un tempo unico lineare.
Significa armonizzare il tempo esterno con il tempo interno, allungando gli orizzonti temporali e dandosi la possibilità di godersi un tempo diverso di lavoro e di vita.
Significa fare spazio a nuove connessioni che generino valore.