Cor agere: agire col cuore.
Il significato delle parole, il loro etimo, è importante per coglierne il vero significato. Per costruire un senso da cui suscitare cambiamento.
Ed e proprio l’etimologia della parola coraggio, che richiama espressamente all’azione, e che ci spiega il valore e la forza del coraggio.
Avere coraggio significa mostrarsi capaci di agire seguendo i propri valori; portare avanti le proprie visioni senza sentire la ‘fatica’ di difenderle anche quando rompono con il pensiero dominante e impongono una nuova prospettiva.
Coraggio significa anche generare valore dalle proprie paure. Riconoscerle, affrontarle e passare all’azione.
Significa essere consapevoli delle proprie vulnerabilità. Ed allearsi con esse. Le paure vanno infatti riconosciute, vissute, sperimentate, affrontate. E superate.
La verità è che tutti abbiamo delle paure. Le paure hanno lo scopo di preservarci, di prevenire, di proteggerci dagli errori. Di metterci in movimento attraverso il cambiamento.
Churchill disse “Il coraggio è certamente la prima delle virtù poiché da esso dipendono tutte le altre”. Ed è proprio così, perché il coraggio è ciò che dà forma e azione a tutte le altre qualità della leadership.
Seneca, in Lettere a Lucilio, sottolinea come il coraggio lo si comprenda e lo si possa misurare solo quando è sollecitato dalle avversità.
Servono quindi le avversità, per scoprire dentro di noi quella forza espressa dal coraggio, dal metterci cioè il cuore, la nostra intelligenza emotiva, per superarle e generare valore. Ma come tutte le qualità, non è innata, ma deve essere ‘allenata’.
Impariamo allora a trattare il coraggio come un muscolo. Da allenare continuamente. Per aprire quelle porte che sinora abbiamo ignorato e dietro le quali si stagliano nuove necessarie prospettive.
<Ho imparato che il coraggio non era l’assenza di paura, ma il trionfo sulla paura. L’audace non è colui che non prova paura, ma colui che la vince.> Nelson Mandela