Bisogna rispettare l’orologio delle emozioni, prendere le distanze, ascoltare la propria fragilità. Ascoltare i tempi propri ed il tempo degli altri e sentire ciò che é sincrono a sé, lasciando andare ciò che non lo è.
Assecondare i propri desideri e ricercare ciò che ci fa stare meglio senza infrangere il terreno altrui ma concimandolo di entusiasmi.
La via per la felicità è così piena di bivi e non sempre prendiamo quello giusto. Ma la strada che abbiamo davanti porta comunque a qualcosa. Quello che non deve mai mancare é qualcosa (un obiettivo, un progetto, un desiderio, una nuova consapevolezza) che quella strada faccia venire voglia di percorrerla.
Qualunque strada sia diventerà la tua se la percorri mettendoci l’anima.
Ha un suo ritmo la felicità: e non sempre camminiamo con la stessa andatura.
E’ così delicato, il mondo che custodiamo: non si può avere fretta.
Ma non si deve nemmeno consumare energia per qualcosa che non si accorda con il tuo diapason. Che non abbia le stesse albe e gli stessi tramonti. E la medesima voglia di vivere intensamente il momento.
C’e un percorso da compiere. Lungo o breve che sia, fugace o intenso che sia, dobbiamo seguirne le curve, le salite, i tratti più insidiosi, assecondare il tempo e il maturare naturale delle cose.
E, con fatica, per chi davvero vuole vivere autenticamente ogni attimo di vita, per chi vuole dare un senso alla parola vita, accade sempre qualcosa di straordinariamente naturale come tutte le cose che hanno assecondato il tempo necessario perché fossero profondamente autentiche.
E nel frattempo però…godiamoci quanto più possibile il paesaggio…senza inutili scorciatoie e senza sostare dove non ne vale la pena