Costruttori o giardinieri?

“Ogni essere umano, nel corso della propria esistenza, può adottare due atteggiamenti: costruire o piantare. I costruttori possono passare anni impegnati nel loro compito, ma presto o tardi concludono quello che stavano facendo. Allora si fermano, e restano lì, limitati dalle loro stesse pareti. Quando la costruzione è finita, la vita perde di significato.

Quelli che piantano soffrono con le tempeste e le stagioni, raramente riposano. Ma, al contrario di un edificio, un giardino non cessa mai di crescere. Esso richiede l’attenzione del giardiniere, ma, nello stesso tempo, gli permette di vivere come in una grande avventura.” P.Coelho, Brida

Il costruttore ha un progetto, ben chiaro, di cui studia tutte le variabili. E si impegna così tanto nel definire il progetto, che resta ingabbiato nella sua definizione senza avere la capacità di adattarsi all’imprevisto.

Persegue un obiettivo e si dilunga per anni nei suoi compiti, stando ben attento a proteggere la sua idea. Ma arriva il giorno in cui termina la sua opera, e il costruttore si ritrova in uno spazio delimitato dalle mura che ha eretto, ne mira la perfezione e da quel momento si chiude tra le mura della sua costruzione e così resta prigioniero della sua stessa opera.

Il Costruttore lavora al suo progetto, ma non appena si avvicina alla conclusione, pur intravedendo l’inizio di un nuovo progetto, resta ancorato al “fine cantiere” della sua costruzione non riuscendo a goderne.

Il Giardiniere invece vive nel presente ed il suo progetto è realizzare la vita. Affrontando salite e discese. Soffrendo per le tempeste e le stagioni, e per tutte le imprevedibili interruzioni al suo cammino.

Ma al contrario di un edificio, il giardino non smette mai di crescere. Esso richiede l’attenzione continua del giardiniere, ma nello stesso tempo, gli permette di realizzare il suo cambiamento.

Il Giardiniere sa di non avere il controllo assoluto del giardino ma sa che i frutti che genererà il suo giardino dipenderanno dall’attenzione che metterà nella cura ma anche dalla flessibilità con cui accetterà l’imprevedibilità delle stagioni.

Il Giardiniere si mette in ascolto attivo del suo progetto, pronto a generare cambiamento se la stagione lo richiede.

Il cambiamento necessita di pazienti giardinieri, che si pongano nei confronti della vita con l’atteggiamento di chi semina e sa che dovrà prendesi cura della crescita della sua semina ed affrontare le tempeste e i capricci delle stagioni.

L’avventura della crescita passa attraverso scoprire lo svolgersi delle cose, nel realizzare l’incontro con l’altro, nel sentirsi responsabilmente creatori delle cose e non semplici spettatori, nel piantare i semi del vivere insieme, nella conoscenza profonda e partecipativa alla vita.

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