Impariamo dalla sabbia. Impariamo come avere cura delle cose, delle persone, delle situazioni. Delle decisioni di cambiamento.
Come si trattiene la sabbia tra le mani?
Se non si ha la presa ferma e decisa, la sabbia vola via. Quando non si vuole davvero una cosa, quando un obiettivo non è forte abbastanza, quando le motivazioni non sono prioritarie e lasciano il passo ad altro, l’intenzione vola via senza realizzare il cambiamento.
Quando si stringe troppo forte la mano, pensando così di trattenervi dentro la sabbia, questa scivola via tra le dita granello dopo granello. La decisione di cambiamento prolungata troppo a lungo, cercando di analizzare e prevenire ogni eventualità, piano piano scivola via e non si realizza.
Impariamo allora a tenere la mano abbastanza raccolta per accogliere e custodire, alimentando consapevolezza e motivazione. Ma anche abbastanza aperta per dare la libertà e la leggerezza necessarie a far crescere un progetto di cambiamento, a renderlo autonomo, a fargli realizzare il suo valore aggiunto.
Impariamo a dare importanza ai granelli. Ricordando però che la sabbia è fatta di tanti granelli. E che un solo granello non è mai sabbia.
Impariamo come la sabbia si fa trasformare dall’onda del mare, rimanendo sempre sabbia. Ma lasciando andare via i detriti. Lasciamo andare via le abitudini, i convincimenti estremi e tutto ciò che ostacola il cambiamento.
Immaginiamo gli eventi come cavalloni del mare. Che scombinano il flusso ordinario del lambire ma che rimettono in un nuovo ordine la spiaggia. E pensiamo a come dopo un’ondata di cavalloni, la spiaggia ci appare sempre rinnovata, più viva di prima.
Impariamo dalla sabbia il valore della flessibilità, dell’agilità emotiva. Il trattenere l’impronta dell’orma solo il tempo necessario per sottolineare il passaggio delle cose. Ma fare poi spazio al cambiamento.
<Nella vita bisogna far pace con le proprie sconfitte, perché combatterle le rende solo immortali>