Ikigai è un termine giapponese che significa “ragione per alzarsi la mattina” . Quello che in gergo aziendale viene chiamato “purpose”, il perché di una azienda, i suoi valori, i suoi significati. Ma che qui si intende in un’accezione ancora più potente, quella di <passione>.
Quella passione che se manca fa diventare il lavoro una gabbia. Ma che se invece c’é, dá potenza al talento.
Il motore della vita, che spesso cerchiamo tutta la vita distante da noi, senza scoprire che lo portavamo dentro nascosto tra negazioni, vincoli e divieti. Tra quegli ostacoli che mettiamo noi stessi tra noi ed il nostro futuro.
L’Ikigai è nascosto in ognuno di noi, basta “spegnere il rumore” e dirsi un po’ di verità.
“Darsi il permesso” di essere felici.
L’Ikigai è proposto come metodo per giungere alla conoscenza di sé, alla scoperta di ciò che di più autentico dà senso e realizzazione alle nostre esistenze. Come strumento per dare luce al “sé autentico”.
La filosofia dell’Ikigai pone al centro della felicità la riscoperta dei piccoli piaceri della vita quotidiana. Quelli che di solito mettiamo all’ultimo posto della lista delle cose da fare. Quei piccoli doni che dobbiamo concederci, per ritrovarci autenticamente. Come il primo caffè della mattina nel silenzio della natura disconnessi da tutti o come quella camminata nel silenzio la mattina prima di iniziare la giornata di lavoro come spazio per nutrire i nostri pensieri e caricarci di senso.
Ikigai significa investire le proprie energie in ciò che ha davvero valore e significato. In ciò che dà il nutrimento necessario per dare una direzione al nostro impegno.
Ikigai indica il vivere una vita piena di significato che esprima realmente il nostro essere. Significa trarre il meglio da ogni giorno, dare spazio alla gioia, cercare la bellezza nell’imperfezione, portare l’attenzione verso le piccole cose poiché in esse si riflettono le grandi. Scorgere la crepa da cui fare entrare la luce.
L’ikigai mette al centro la ricerca di una motivazione che fa innestare la maircia giusta. Ed è soprattutto nei momenti in cui ci troviamo ad affrontare una salita che dovremmo spegnere il pilota automatico e ingranare la marcia che ci ricarica.
Ognuno di noi possiede il proprio Ikigai, ma per trovarlo serve percorrere la strada della consapevolezza. Accettare di entrare in confidenza con le nostre vulnerabilità. Occorre decidere di farsi “dono” di una seconda vita. Autentica perché finalmente libera dal dovere dimostrare il valore delle cose attraverso il parametro del risultato.
Non può esserci leadership che non si fermi prima a indagare la propria “ragion d’essere”. Perché per ispirare gli altri e guidarli attraverso una visione, serve prima avere sgomberato il campo da tutto ciò che ci impedisce di ”aprire le finestre” sul nuovo.
Molto bello! Le piccole cose
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La cultura giapponese rappresenta la mia fonte di ispirazione e di riflessione, come anche la religione buddhista (in altri ambiti e anche luoghi), riescono infatti con una parola a sintetizzare ciò che è importante per noi: vivere il momento, riflettere su sé stessi,sugli altri, interiorizzarsi e migliorarsi sia nello spirito che nel corpo. Poi saremo noi con il nostro comportamento a credere e ad avere quel qualcosa adatto ad ogni situazione che ci permetta di vivere una vita migliore. L’Ikigai e la nostra leadership dipendono da quanto noi riusciamo ad essere puri, sinceri e sicuri di noi stessi, non potremmo trasmettere niente agli altri se non lo fossimo. Non parliamo dell’educazione e il rispetto che hanno, ma di questo non è il caso di parlare ora.
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