Mi fido di te

<Che cos’è la fiducia? Poter volare sapendo che ci sono mani sicure dove atterrare.>

La fiducia è un affidamento, un dare credito ad un altro, un sentimento positivo e costruttivo, capace di creare alleanze vitali.

Fiducia, dal latino fides, era la corda del liuto che doveva essere ben tesa perché potesse suonare. La fiducia è cosi, una corda ben tesa che collega due parti, rendendole più forti. Creando quel legame che unisce e dà la forza.

Il bisogno di fiducia nasce allora dalla consapevolezza dei nostri limiti. Sono proprio i nostri limiti che ci spingono a cercare qualcuno di cui fidarci. Dalla consapevolezza della nostra vulnerabilità, nasce il bisogno di accogliere l’altro, ed affidarsi a lui.

Fiducia è allora scegliere, e costruire nelle nostre consapevolezze l’affidabilità dell’altro. Il riconoscimento di questa affidabilità è infatti qualcosa che si conquista sul campo, e che richiede l’incontro e la connessione. E’ un percorso che facciamo “sul campo” per passare dall’affidabilità all’affidamento.

Pur avendo la stessa radice, la fiducia a differenza della fede non è un atto istintivo, è invece un processo che abbiamo bisogno di sperimentare, esponendoci al rischio di non venire corrisposti. E’ un atto di conoscenza, di scoperta degli stessi valori.

Serve un <camminare insieme> per dare fiducia. La fiducia è creazione di una ‘intimità’ che genera il terreno giusto per connettere due parti.

Hernest Hemingway scrisse: “il modo migliore per scoprire se ci si può fidare di qualcuno è dargli fiducia”.

La fiducia è allora una mano che si tende a qualcuno per avere di ritorno un’opportunità. Non facile. Bisogna saper correre il rischio, accettando la possibilità che si possa rimanere delusi, anche traditi nella disponibilità data.

A differenza della fede, la fiducia è un atto sospeso. Per questo veniamo sorpresi dal tradimento, come atto che interrompe il cammino e che ci fa intravedere la perigliosità di quel salto nel vuoto. “Tradere” significa infatti “abbandonare qualcuno“, “consegnarlo ad un altrove“. Ed è questo abbandono, la sensazione che proviamo quando la fiducia non genera una risposta di accoglimento. Quando ci troviamo davanti lo spezzarsi di un patto.

La fiducia è una competenza essenziale per la leadership ed è strumento fondante per la crescita delle organizzazioni. Non si guidano le persone, sono queste che scelgono se farsi guidare e da chi e alla base di questa scelta c’è la fiducia verso il leader rispetto a quanto incarna valori che si riflettono in una missione e in un proposito e quanta ne genera lui stesso nei collaboratori.

Il leader non può più essere il solo a prendere le decisioni, ma deve indirizzare gli altri e porli in condizione di prendere le loro, ognuno per la propria sfera di responsabilità e influenza.

Fiducia che richiama in sé la capacità di muoversi accettando il rischio che i risultati possano essere diversi da quelli che ci aspettiamo. Nelle azioni di leadership questo valore assume un’importanza nuova e si muove contemporaneamente, su due dimensioni: la fiducia del leader in sé stesso e la fiducia del leader negli altri.

Per avere fiducia, bisogna quindi imparare ad avere il senso della sfida ed acquisire dimistichezza con il rischio.

Ma una volta raggiunta e corroborata nella consapevolezza, proprio la fiducia diventa l’arma più forte dell’organizzazione che inizierà a suonare un’unica sinfonia, armonizzando le diverse voci soliste sul pentagramma armonico della fiducia.

<L’esperienza è l’insegnante più difficile. Prima ti fa l’esame poi ti spiega la lezione.> (O. Wilde)

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