Libertà non è una scelta individuale

Libertà è partecipazione. Essere liberi non é una dimensione solipstica che riguarda una scelta solo individuale. Libertà è invece far parte di qualcosa, essere parte di qualcosa. Sentirsi e agire con la responsabilità di essere parte integrante ed interagente in una società.

Libertà è una parola potente che esprime dinamicità e quindi cambiamento, ma che deve tenere conto di quel complesso equilibrio tra libero arbitrio e conseguenze collettive a cui ci riporta l’etica della responsabilità. La responsabilità di fare delle scelte di libertà che siano trasformative. Ed assumersi l’impegno delle scelte di libertà.

Giorgio Gaber e Sandro Luporini in un testo del 1973 hanno reso in versi questo incrocio tra libertà individuale e libertà collettive.

La libertà non è star sopra un albero
Non è neanche il volo di un moscone
La libertà non è uno spazio libero
Libertà è partecipazione.

La libertà non è star sopra un albero”. Sta sopra un albero chi rifugge il confronto, chi non fa spazio al divenire, facendosi trasformare dal confronto con gli altri.

Essere libero non significa vivere isolati, fuori dalla società: la libertà non deve essere fine a sé stessa, ma per essere veramente ‘libera‘ deve essere agita e condivisa.

Perché realizzi veramente il suo significato, deve essere libera anche di costruire relazioni generative, senza chiudersi in un “castello” che non ammette confronti e diversità.

“Non è neanche il volo di un moscone” : la libertà non è un volo in solitudine, non è un assolo; non ci si può sentire liberi stando soli, perché la libertà è collettiva, è qualcosa che si può realizzare solo realizzando prima tutti i fondamenti della democrazia.

È infatti la democrazia lo spazio in cui si può crescere, liberando il proprio talento e la propria creatività allargando – e non confinando – con la forza del proprio pensiero personale. Una democrazia vista proprio come spazio organizzato di libertà: la dimensione in cui si può ampliare i propri orizzonti, allargare la prospettiva delle proprie visioni e innalzarsi con la forza che viene dal sentirsi parte significante di un sistema.

La libertà non è uno spazio libero. Essere liberi non è un gesto occasionale, e men che mai può essere un’invenzione o un’opinione. E’ invece la scelta consapevole dell’uomo alla ricerca di un’intelligenza collettiva che vada oltre il proprio pensiero.

Libertà non è allora star sopra un albero a guardare dall’alto, tirandosi fuori dalle cose. Ma è invece stare dentro le cose con consapevolezza e con l’agire rivolto a costruire non visioni solitarie ma a sviluppare intelligenza collettiva.

La libertà è creare ascolto e affermare spazi di ascolto. Perché l’intelligenza libera è quella collettiva, dove ognuno è parte del sistema, in cui tutti rivestono un proprio ruolo e tutti contribuiscono al bene comune.

La libertà è allora un processo che deve essere alimentato dalla consapevolezza, da quell’allargamento di prospettiva che si alimenta del confronto e che trae valore dal suo moto verso il cambiamento. Verso quello spazio che non è ‘spazio libero’, ma spazio di partecipazione e di crescita.

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