Laddove c’è un limite, si crea spazio per il cambiamento.
Questo ci insegnano i tramonti. Una delle manifestazioni più spettacolari della natura.
I tramonti che, sbagliando, associamo alla fine di qualcosa e non invece al chiudere qualcosa che ha esaurito il suo ciclo per lasciare spazio al nuovo.
Ripensiamo allora al tramonto come il passaggio di un testimone tra un ciclo vitale ed un altro.
È nel tramonto che ha la sua più potente espressione la combinazione di luci ed effetti speciali della natura.
Non a caso, possiamo averne visti quanti vogliamo, ma rimarremo sempre emozionati nel momento in cui il sole si poggia sull’orizzonte.
Il tramonto ci insegna una delle regole fondamentali del cambiamento.
Nessun cambiamento é imprevedibile, ma non sempre quando accade siamo lì presenti a goderne l’effetto.
E anche quando non siamo presenti, il tramonto accade lo stesso.
Finiamo per subirlo, senza coglierne la potenza rinnovatrice.
Dobbiamo programmare di viverlo, prepararci a farlo. Coglierne il senso nella capacità di cambiarci. Altrimenti ci renderemo conto che il giorno é finito ed un altro è già in corso; e noi ci siamo persi lo spettacolo e la potenza del tramonto.
Il modo in cui il cambiamento da semplice chiusura di sipario diventa spettacolo é la consapevolezza.
Con-sapere, conoscere qualcosa perché si è dentro. Serve stare dentro le cose, per trasformare un limite in un cambiamento.
Fermiamoci allora a vedere un tramonto, ad ‘ascoltarlo’ e scopriamoci dentro lo svolgersi di un cambiamento. Scorgiamo sempre dentro il tramonto l’inizio di un nuovo ciclo.
<Sapete, è geniale questa cosa che i giorni finiscono. È un sistema geniale, i giorni e poi le notti. E di nuovo i giorni. Sembra scontato, ma c’è del genio. E là dove la natura decide di collocare i propri limiti, esplode lo spettacolo. I tramonti.>
[Baricco, Oceano mare]