Il 9 novembre 1989 cadeva il muro di Berlino. Un muro che divideva due mondi. É iniziato così un cambiamento epocale.
I muri li costruisce chi vuole dividere. Chi separa. Chi gira la testa dall’altra parte. Chi resta indifferente. Chi chi non si indigna. Chi sopporta. chi resta passivamente a guardare. Chi non ha coraggio di cambiare e preferisce mantenere immutate rendite di posizione. Chi non é disponibile all’ascolto e persegue solo le sue visioni.
Troppi muri attendono ancora di essere abbattuti: il muro dell’omerta, del silenzio, della convenienza, del clientelismo, dell’opportunismo politico, dell’indifferenza e delle false verità.
Ma anche tanti muri quotidiani che innalziamo per che proteggerci dalle scelte che non vogliamo fare. Che non siamo pronti a fare.
Il muro di Berlino ci insegna che i muri non cadono, i muri si abbattono con la forza della determinazione e della passione.
Con l’onesta delle azioni quotidiane. E perseguendo sempre e soltanto interessi collettivi.
La caduta di un muro richiede consapevolezza di ciò che perdiamo.
Nessun muro é mai troppo alto per essere abbattuto e costruire al suo posto un ponte verso il futuro.
I muri cadono solo quando decidiamo di farli cadere. Quando, finalmente, scegliamo di andare oltre.