Lavori in corso

Siamo abituati a marciare con il pilota automatico innestato. Ci capita continuamente nel quotidiano; e non ce ne rendiamo nemmeno conto. Lasciamo che le nostre re-azioni siano guidate da istinti e non lasciamo entrare in gioco la nostra consapevolezza.

E’ capitato ad ognuno di noi. Siamo in macchina, quando ad un certo punto il nostro tragitto quotidiano viene interrotto dal cartello “lavori in corso”. In una frazione di secondo, anche in modo impercettibile, la sensazione che istintivamente proviamo è di immediato fastidio, talvolta esasperata sino a vedere un concatenarsi di eventi avversi a noi. L’algoritmo dei nostri pensieri comincia subito a identificare tutti i ‘colpevoli’ a cui scaricare l’imprevisto evento. E nel frattempo il nostro pilota automatico perde la rotta, e si ferma.

La nostra reazione immediata ci porta ad ignorare, a negare la possibilità che qualcosa possa ‘inaspettatamente’ interrompere il nostro percorso. Il nostro radar interiore va subito alla ricerca di qualcuno o qualcosa su cui scaricare la nostra incertezza. Davanti all’impossibilità di oltrepassare l’ostacolo che ci impedisce di fare il nostro percorso abituale, attiviamo la marcia automatica della resistenza.

Ci sono due possibili alternative: innervosirsi per l’inatteso ostacolo, rimanere bloccati, elaborando la lista dei “responsabili esterni” ed attendere che il problema (dall’esterno) si risolva. Oppure sperimentare una strada alternativa.

Ecco, il cambiamento è la strada alternativa.

Solo la scelta b, che non è quella istintiva ma quella che prende vita dalle nostre motivazioni, apre la possibilità di scoprire un nuovo percorso. Anche migliorativo di quello che il flusso della nostra abitudine ci ha portato a percorrere ogni giorno.

Ognuno di noi, nel suo vissuto ha trovato la propria strada interrotta dal cartello “lavori in corso“. Ognuno di noi ha dovuto scegliere una opzione come nel caso della strada, e scegliendo, ha manifestato un modo personale di reagire e agire il cambiamento.

Il cambiamento è togliere il pilota automatico, quello che percorre sempre gli stessi tracciati e che deve resettare tutto il programma quando un’interruzione improvvisa ed inaspettata non è registrata nelle mappe.

Il cambiamento è “usare” i lavori in corso per ampliare la nostra prospettiva e tracciare un nuovo percorso. Che richiederà magari nuove abilità, nuove competenze, ma che ci permette di riprendere il volante e sentire la strada, A rimetterci alla guida con quella patente che abilita ai percorsi più difficili che si chiama agilità e che ci fa innestare la marcia del cambiamento intenzionale.

<L’intelligenza è la capacità di adattarsi ai cambiamenti> Charles Darwin

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