I leader non devono avere tutte le risposte. Devono invece saper costruire il contesto per cui si generino quelle giuste.
La complessità e la velocità dei cambiamenti di oggi fanno sempre più emergere il bisogno di una leadership diffusa, capace non solo di lanciare una visione ma di costruire le condizioni per una effettiva condivisione della responsabilità che permetta alle persone di mettere in circolo il proprio talento e generare valore.
Una leadership che prende le distanze da quell’idea di leadership accentrata, infallibile. in cui uno solo ha il controllo di tutti ed impone la sua guida e tutti gli altri seguono.
Nelle crisi emerge ancora più forte l’evidenza che è impossibile che uno solo abbia risposte per tutti gli altri, e il leader ha l’occasione di conquistare un’altra, più profonda dimensione di impatto, che può veramente fare la differenza per le persone.
Mettendo in evidenza tre qualità fondamentali della leadership generativa: la pazienza, la gentilezza e l’umiltà.
La pazienza ha a che fare con la capacità di fermarsi e riconoscere gli altri e <decidere> di dargli priorità, decidere cioè consapevolmente di captare i segnali ed anzi andare a ricercare le occasioni di confronto, allenando quella capacità di intelligenza emotiva che rende fertili le connessioni. https://cleolicalzi.it/2021/05/02/festina-lente-affrettati-con-calma/
La gentilezza è la capacità di aver cura delle persone investendo in relazioni risonanti. La leadership deve infatti saper creare contesti in cui le persone sentano di potersi esprimere e possano muoversi in sicurezza, riconoscendosi nella squadra, e diventando quindi nodi portanti di quella prospettiva che contribuisce a generare intelligenza collettiva. https://cleolicalzi.it/2020/09/19/il-potere-della-gentilezza/
Ma entrambe, pazienza e gentilezza, diventano abilità generative della leadership solo se c’è umiltà.
L’umiltà permette infatti di creare lo spazio in cui consentire agli altri di lavorare sulle proprie vulnerabilità mettendo in circolo il proprio talento.
La leadership non deve risolvere i problemi e le fragilità del singolo; deve invece saper dare gli strumenti alle persone perché siamo in grado di risolverli da sé. Spesso i leader esitano ad aprire la porta delle emozioni dei collaboratori perché pensano di doverle poi risolvere.
L’esperienza ha infatti poco da insegnare se non viene vissuta con umiltà.
Ed è proprio l’umiltà l’arma potente della leadership, perché costruisce il collante della fiducia, rafforza il senso di lealtà nei confronti del gruppo di appartenenza e favorisce il gioco di squadra.
La parola “umiltà” che crea quel necessario spartiacqua tra il ‘Potere’ del leader ed il ‘poter fare’ della leadership.
E che prende il suo significato dal latino humus ovvero terra. Humilis o umile è infatti colui il quale proviene dalla terra. E questo richiamo alla terra è proprio il fondamento etimologico che definisce la leadership generativa. Che genera, esattamente come la ‘madre terra’.
Seminare e poi raccogliere. Questo é il fare della leadership. Sapendo lavorare sulle proprie vulnerabilità, e guidando il gruppo a risolvere le proprie. Seguendo la legge del raccolto: raccogliamo sempre quanto avremo seminato, e quanto avremo curato la nostra semina. (https://cleolicalzi.it/2021/02/25/le-stagioni-del-cambiamento/)
“La pazienza è la forza del debole, l’impazienza la debolezza del forte” Kant