Hansei: innovare imparando dagli errori

<Io non perdo mai: o vinco o imparo> Nelson Mandela.

Imparare dagli errori è una competenza sempre più utile in un tempo dominato dalla complessità e della mutevolezza.

Ma richiede un profondo cambiamento culturale: serve passare dalla ricerca dei colpevoli (e delle scuse) alla ricerca delle soluzioni.
Solo in questo modo l’insuccesso o il successo diventa una risorsa fondamentale per l’organizzazione che diventa realmente una ‘lerning organization’.

Gli errori accadono, sono inevitabili in qualsiasi percorso. Quel che cambia è la prospettiva con cui guardare agli <errori>.

Gli errori possono infatti essere generativi. Possono aiutarci a migliorare noi stessi, le organizzazioni nelle quali operiamo, i sistemi complessi nei quali operiamo, la qualità della nostra vita e delle nostre relazioni più in generale. Ma perché siano forieri di crescita dobbiamo porci nei confronti dell’errore in modalità ‘apprendimento’, abbandonando la ricerca delle ‘colpe’.

Rileggere gli errori cercando di attribuire colpe a sé stessi o ad altri è solo un modo per fuggire dai significati che ogni occasione di errore porta con sé.

L’errore non sta infatti nella mancanza che accade, ma nell’occasione che non cogliamo di apprendere la lezione che ogni errore porta con sé.

E’ ciò che ci insegna l’Hansei (反省) termine giapponese che significa auto-riflessione e mostra la via per trarre insegnamento dai propri errori non tanto al fine di evitarli in futuro, quanto di fare degli errori la nostra occasione di crescita. Di fare dell’errore l’anticamera per l’innovazione.

L’Hansei è una delle idee centrali della cultura giapponese ed è ad esempio alla base del protocollo organizzativo della Toyota. Il suo significato è quello di imparare a riconoscere i propri errori, elaborarli senza fermarsi a ricercare le colpe ma con la mente volta al percorso di crescita che l’errore porta in sé.

Hansei è un passo del processo di miglioramento continuo proprio del Kaizen (https://cleolicalzi.it/2020/12/17/kaizen/) per generare il cambiamento proprio dalla corretta elaborazioni degli errori, attraverso 5 passi: la riflessione, il riconoscimento, la responsabilità, la promessa e la scelta.

La riflessione chiede tempo per riflettere sull’esperienza. Il riconoscimento è la fase in cui capiamo e inquadriamo correttamente, anche nelle sue dinamiche, l’errore. La responsabilità è il processo con cui facciamo ‘nostro’ l’errore. La promessa è l’intendimento di farne tappa di apprendimento per non creare nuovamente le medesime condizioni. Ed infine la scelta dei nuovi pensieri e delle nuove azioni da mettere in campo generate proprio dal processo hansei.

L’Hansei impara anche a celebrare il successo con modestia ed umiltà. Perché è anche nella non corretta misura del successo, che si blocca la tensione all’apprendimento. Uno che pratica hansei non diventa mai convinto della propria superiorità in quanto pensa che ci sia sempre lo spazio per migliorare ancora. La superiorità manifesta infatti nasconde sempre errori tacitati a cui non si è dato spazio per diventare guide al cambiamento.

L’Hansei declina allora il significato profondo di consapevolezza, che vuol dire <stare dentro le cose>, comprendere sempre quello che ci succede, non per evitare l’errore ma per trarre il massimo da ogni esperienza, anche da quelle che non arrivano al risultato auspicato. Talvolta anche perché non era il percorso sbagliato, ma l’obiettivo. E’ una visione sistemica sia individuale che, e con maggior importanza, di team che diventa pratica di crescita dell’organizzazione che l’adotta.

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