Una volta per viaggiare in una località che non avevamo mai visitato, la nostra guida era la cartina geografica. Quel fazzoletto di carta che aprivamo per cercare la nostra posizione e poi seguire il reticolo disegnato sulla carta. Quell’incrocio di linee che ci avrebbe accompagnato passo passo sino alla nostra meta, sempre che non fossero intervenuti ‘cambiamenti’ in corso.
La difficoltà era solo iniziale: scoprire la giusta direzione in cui leggere la cartina. Dovevamo infatti scoprire come impugnare la mappa, capendo dove era il nord e dove il sud, per percorrere la strada indicata nella giusta direzione.
Se poi la strada indicata dalla cartina era ‘improvvisamente’ chiusa per lavori in corso, toccava a noi orientarci per rintracciare un’alternativa.
Raggiungere la meta era un continuo esercizio di scelte. Ogni tragitto era una <scoperta>. E spesso non arrivavamo al punto di destinazione ricercato, ma attraverso il tragitto indicato sulla carta visitavamo luoghi di cui non sapevamo l’esistenza e per questo non cercavamo.
Oggi la mappa di carta è stata sostituita dai navigatori satellitari ormai disponibili su tutti i nostri dispositivi. Sempre a disposizione, per guidarci, togliendoci la possibilità di inatteso che c’era nelle scelte che dovevamo fare noi.
Adesso le scelte le fa per noi tutte il navigatore satellitare. Più ‘diretto’ della mappa geografica: riconosce la posizione in cui ci troviamo, la direzioni in cui stiamo percorrendo la strada ed è informato sulle eventuali interruzioni del percorso. Conosce persino le nostre <abitudini> ed anzi tende a farcele ripetere, impedendoci di sperimentare nuovi percorsi o di raggiungere mete che non conosciamo.
Riesce ad informarci anche sui diversi tempi di attraversamento di un percorso rispetto ad un altro, riuscendo ad immettere tra le informazioni anche quelle relative al traffico e ci suggerisce il percorso più rapido.
Se prima eravamo guidati da una mappa che ci <costringeva> ad usare il nostro senso visivo e la nostra memoria e metteva in moto il nostro senso dell’orientamento, oggi fa tutto il navigatore.
Decide lui l’orientamento e ci conduce alla meta memorizzando al tempo stesso il nostro percorso, intuendo che possa diventare una costante delle nostre abitudini. E così facendo, allena le nostre abitudini a divenire argine al cambiamento.
La cartina geografica metteva in moto la nostra energia creativa; il navigatore fa lui il lavoro al posto nostro. Costringendoci a rimanere <fermi> anche quando viaggiamo, un po’ come il colibri (https://cleolicalzi.it/2020/05/16/70-battiti-dala-al-secondo/).
Essere guidati ci sta disimparando a cercare il nuovo. Stiamo perdendo il valore dell’esperienza delle cose inattese. Il valore che è nella ricerca, nella preparazione del viaggio e non nella meta.
“La propria destinazione non è mai un luogo, ma un nuovo modo di vedere le cose”
Henry Miller