Se potessi cambierei…

Quante volte abbiamo detto: <se potessi, cambierei>. Ed è bastato sentire il suono di quel <se potessi> a farci intravedere una lunga strada in salita, piena di ostacoli.

La nostra mente va <automaticamente> in protezione, elencando tutti i costi ed i pericoli. E tira il freno, abbandonando il percorso.

E’ così che facciamo. Sentiamo tutta la fatica di intraprendere il cammino senza nemmeno avviarci a percorrerlo. Ci fermiamo prima, sulla soglia del cambiamento.

Ci fermiamo, nella errata convinzione che possa essere <un salto nel vuoto>. Evitando di vederlo invece come <un passo in avanti>.

Succede quando il nostro ‘sguardo’ va subito alla meta e calcola la distanza tra i nostri <sogni> ed il punto di partenza. E questa distanza ci sembra troppo estesa per le nostre risorse.

Basterebbe invertire la visuale: volgere la vista dal punto in cui siamo verso il panorama. Puntare il nostro sguardo <verso> ciò che ancora non è.

Se infatti la prospettiva con cui pensiamo al cambiamento è riferita al punto di partenza rimaniamo inevitabilmente ancorati, come una mongolfiera pronta al decollo che non viene però sganciata dai sacchi di sabbia che la tengono ben ferma al terreno.

Con lo sguardo fermo puntato a riva, scegliamo non in base a ciò che possiamo generare ma sulla base delle rinunce che la scelta ci pone. È ciò che accade quando rimandiamo all’infinito scelte importanti, restando in quello stato di sospensione che finisce per non farci scegliere. 

Quando non puntiamo lo sguardo verso l’orizzonte, lasciamo ad altri la responsabilità di decidere per noi.

Agire <verso qualcosa> ci rende invece protagonisti della nostra vita.

<Non era questo che avrei voluto>. Se a portarci verso il largo saranno altri e non ci saremo assunti la responsabilità delle scelte, finiremo inevitabilmente per interpretare il copione scritto da altri. Per essere <attori non protagonisti> delle nostre scelte. E finire per interpretare finali che non volevamo. (https://cleolicalzi.it/2021/12/19/non-siate-spettatori-ma-protagonisti-della-storia-che-vivete/)

Invertiamo invece la prospettiva. Partiamo dalla condizione nuova ed auspicata. Puntiamo il nostro sguardo su dove vogliamo arrivare e da lì costruiamo la direzione.

Affinché ci sia il cambiamento, serve infatti prima di tutto avere una direzione.

Il cambiamento non è infatti <andare via da qualcosa>, ma costruire il percorso verso un nuovo assetto delle cose.

E se è così, il primo passo deve quindi essere stabilire la rotta.

Ma il secondo senza dubbio <alleggerire> il nostro carico (https://cleolicalzi.it/2020/08/07/bagaglio-leggero/). Lasciare a terra le nostre incertezze e i precedenti fallimenti che non abbiamo già trasformato in <lezioni> (https://cleolicalzi.it/2021/09/09/errori-fecondi/) per procedere nel cammino portando con noi solo l’entusiasmo verso la nuova meta (https://cleolicalzi.it/2021/06/19/entusiasmo-avere-un-dio-dentro-di-se/).

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