Ode alla vita

Ode alla vita di Martha Medeiros è una guida al cambiamento generativo. Scandisce infatti le tappe da percorrere nel nostro viaggio di consapevolezza trasformativa.

Un inno a realizzare il proprio percorso di vita senza rimanere chiusi nelle gabbie dell’abitudine, della comfort zone, al riparo dalle nostre paure. Nascondendo, anche a noi stessi, le nostre ‘imperfezioni’ invece di usarle come crepe da cui fare entrare la luce della creatività e della generatività.

Un invito a realizzare invece la nostra bellezza rimettendoci sempre in viaggio. Portando con noi un bagaglio leggero (https://cleolicalzi.it/2020/08/07/bagaglio-leggero/), ed avendo come meta la realizzazione delle nostre passioni.

Senza mai rinunciare alla nostra autenticità, ai nostri sogni. Ponendoci sempre in una prospettiva più ampia dei nostri limiti e delle nostre paure. Ma dandoci anche il tempo ‘giusto’ per realizzare i nostri cambiamenti.

Una riflessione importante da fare sulla pazienza operosa, alleata necessaria per raggiungere la felicità.

Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,

ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.

Non lasciamoci appiattire dalle abitudini. Manteniamo sempre altro il nostro livello di allerta, la nostra capacità di vedere oltre l’ostacolo. Di vedere oltre il limite dei percorsi che conosciamo e nei quali pensiamo di muoverci con proprietà, per ricercare invece la crescita sperimentando nuovi tragitti che possano nutrire la nostra creatività di nuovi stimoli. Impariamo a vedere negli ostacoli che ci costringono a cambiare percorso non un limite bensì la possibilità che ci danno di crescere.

Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all’errore e ai sentimenti.

Sono le passioni a dare significato alla nostra storia. A colorare di entusiasmo il nostro pentagramma. E’ proprio alle nostre passioni che dobbiamo dare ascolto, senza mai disconnetterci da esse. Perché non avremo mai una storia da narrare, se non è costruita attorno alle nostre passioni.

Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l’incertezza per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita, di fuggire ai consigli sensati.

Seguendo sempre e solo il sentiero della certezza non costruiremo innovazione ma consumeremo le nostre suole in cammini che hanno già esaurito il loro potere di trasformarci. Il vero consiglio ‘sensato’ è quello che nasce dalle nostre rinnovate consapevolezze, ricalibrate sul contesto e sul momento, su quell’hic et nunc che ci libera dalla corrosione delle abitudini e ci immette invece in nuovi percorsi.

Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.

Per crescere abbiamo bisogno di viaggiare, di incontrare altri mondi, di intrecciare altri dialoghi. Abbiamo bisogno di allargare i nostri confini interiori. Di sentire musiche diverse dai nostri pensieri. Abbiamo soprattutto bisogno di ritrovarci, di fare pace con noi stessi. Di connetterci con il nostro pilota interiore, la voce della nostra autenticità.

Muore lentamente chi distrugge l’amor proprio,
chi non si lascia aiutare
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lamentarsi della propria fortuna è il peggiore veleno. Che dà assuefazione al fallimento e porta a ripercorrere sempre gli stessi errori senza lasciare che l’esperienza – anche degli errori – ci porti la lezione che ci permette di crescere e di mettere in moto la nostra mentalità di crescita.

Lentamente muore
chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Non ci è dato sapere tutto. La vera saggezza sta proprio nell’avere l’umiltà di conoscere i limiti della propria conoscenza e volerli contaminare con il sapere degli altri. Restare sempre aperti verso la conoscenza di nuove cose, senza alzare muri, ma anzi costruendo ponti verso gli altri. Umiltà e generosità nel condividere con altri le proprie idee, per generare nelle connessioni crescita.

Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.

E’ nelle nostre passioni, il motore della vita, che spesso cerchiamo tutta la vita distante da noi, senza scoprire che lo portavamo dentro nascosto tra negazioni, vincoli e divieti. Tra quegli ostacoli che mettiamo noi stessi tra noi ed il nostro futuro. Mettiamo allora al centro dei nostri progetti le nostre passioni, lasciamoci guidare da esse.

Soltanto l’ardente pazienza
porterà al raggiungimento
di una splendida felicità.

Bisogna darsi il permesso di essere davvero felici. Ma bisogna farlo dandosi il ‘giusto tempo’. https://cleolicalzi.it/2021/07/25/il-coraggio-di-essere-felici/

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