Il più potente driver di cambiamento è la generatività.
La radice latina gen della parola generare esprime l’idea di qualcosa che deve ‘venire alla luce’, essere partorito, diventando capace di durare nel tempo, di mettere in circolo un circuito virtuoso che attivi il potere dell’intelligenza collettiva.
La generatività si sviluppa in un divenire che poggia su quattro verbi: desiderare, far nascere, accompagnare e lasciare andare.
L’incipit della generatività è il desiderio. Non c’è difatti generatività senza desiderio. Non c’è cambiamento senza che si faccia spazio dentro di noi il desiderio del cambiamento.
Per desiderare bisogna avere un’idea chiara di ciò che vogliamo. E poi costruire la strada per realizzare il desiderio. Il desiderare nasce nel momento in cui diventiamo consapevoli del nostro imperfezionismo, nel momento in cui ci accorgiamo che ‘ci manca’ qualcosa e iniziamo a realizzare di volerla raggiungere. Ha in sé una grande potenza la forza del desiderio perché ci dà quella forza necessaria per lasciare la comfort zone e metterci in cammino (https://cleolicalzi.it/2021/05/25/costruisci-un-desiderio-condividilo-e-dagli-potere/).
Bisogna imparare però a dare forma ai desideri, iniziando a dare loro un nome ed una direzione. Solo così possiamo <fare nascere> qualcosa. Il far nascere qualcosa è infatti il verbo che segue il desiderare e rappresenta la volontà di non lasciare che il desiderio resti solo un anelito ma lavorare – con impegno e perseveranza – alla sua realizzazione.
Per <far nascere> qualcosa bisogna volerlo. E non è solo una questione di ‘testa’. Per trasformare il desiderio in azione serve una motivazione.
La motivazione è il più potente carburante in un progetto di cambiamento. Argine alle paure e al tentativo di autosabotaggio, la motivazione è la componente necessaria per far nascere un progetto, spostandolo dal piano ancora inerte del desiderio a muovere i primi passi. La motivazione della leadership – se ben equilibrata e distribuita anche nel gruppo – rende la leadership autorevole e capace di ingaggiare nel progetto tutto il team, facendo sentire ognuno parte dello stesso e quindi responsabilizzato nel processo.
Una volta attivato anche nel gruppo il desiderio e la motivazione, questo deve essere accompagnato dentro il percorso di cambiamento, lavorando sulla consapevolezza e sulla responsabilizzazione al risultato.
Il terzo verbo della generatività è <Accompagnare>. Per trasformare davvero le persone in innovatori, in creatori di senso, in generatori di futuro. La leadership ha allora il compito di generare il desiderio nel team e guidare lo sviluppo dei talenti all’interno del gruppo. Accompagnarli nella crescita. La leadership instilla nel gruppo l’anelito ad apprendere, a non ritenersi mai colmi di conoscenza e ci si sappia invece mettere in ascolto. L’ascolto infatti è parte necessaria del generare e serve intelligenza emotiva per far nascere nel gruppo ed in ogni sua componente il desiderio di fare e – ancora prima – di apprendere.
Il quarto verbo della generatività è forse il più difficile da praticare, ma anche il più necessario : <Lasciare andare>.
Lasciare andare significa conseguire la consapevolezza di un ciclo che si è chiuso per fare spazio ad un nuovo tempo.
<Quando lascio andare ciò che sono, divento quello che potrei essere. Quando lascio andare ciò che ho, ricevo quello di cui ho bisogno>. Lao Tzu