È una questione di sensi

La via del cambiamento è un percorso che richiede l’attivazione dei cinque sensi. Ma non solo.

La vista, per imparare a guardare le cose non soltanto dalla prospettiva da cui li abbiamo guardate sinora. Cogliendo il dettaglio imperfetto, la crepa da cui emerge l’istanza di cambiamento, la luce che ci guida verso un nuovo scenario. Rallentiamo allora per osservare con maggiore attenzione quello che abbiamo intorno. Grazie a questo potremo cogliere finalmente quelle che sembrano piccole cose ma che, in realtà, nascondono significati e insegnamenti preziosi e fondamentali. Impariamo a guardare e a ri-guardare, vista e cura delle cose, delle persone, dei momenti. Del nostro personale momento.

Il tatto per sentire e sperimentare il cambiamento. Con il tatto sentiamo il liscio e il ruvido delle cose, il freddo e il caldo, il soffice e il duro ma anche gli spintoni, gli urti, le carezze, gli abbracci; sentiamo le cadute, gli appigli a cui legarci per rialzarci. Attraverso il tatto impariamo a scoprire e a riconoscere il ruolo che hanno gli oggetti, le persone, le relazioni, le attività nel nostro quotidiano. Ed impariamo a costruire il nostro “bagaglio leggero”.

L’udito, per ascoltare e non soltanto per sentire. Per riuscire a sentire i suoni degli altri. Stare in ascolto attivo. Cogliere nel silenzio la nota del cambiamento e costruire intorno ad essa l’armonia della trasformazione.

L’udito è uno dei sensi più sollecitati dalla mente. L’orecchio è abituato a sentire un susseguirsi e un mescolarsi di rumori, suoni, voci, ma non sempre è abile nel distinguere le diverse percezioni ed utilizzarle come fonti di informazioni.

Per ascoltare, per cogliere i suoni e discriminarli ci deve una condizione essenziale: il silenzio. Impariamo allora a sentire il suono del silenzio e cogliervi dentro le istanze di cambiamento. Esattamente come nella musica. Come nel brano 4’33” di Cage, in cui il silenzio dirige una sinfonia di significati.

L’olfatto per riconoscere le mutazioni dell’ambiente intorno a noi. Osservare la natura e l’ ambiente che ci circonda, per scoprire come le stagioni mutano il paesaggio e le abitudini delle persone. La propensione al cambiamento è secondo alcuni studi correlata ad alcune trasformazioni legate al succedersi delle stagioni. Ed è l’olfatto il primo ad accorgersi che nell’aria é cambiato qualcosa.

Il gusto per assaporare il sapore della trasformazione. Esistono studi sull’impatto delle mutazioni ormonali e di gusto in persone impegnate in processi di riattivazione legati ai cambiamenti avviati. Il cambiamento dà un gusto diverso alle cose.

C’è infine un sesto senso, essenziale per generare il cambiamento. E per trasformare i cinque sensi da percettori a leve di cambiamento, ed è la consapevolezza. La consapevolezza ci insegna infatti a <stare dentro> il cambiamento. Con-sapere, conoscere qualcosa perché si è dentro. Nel cambiamento bisogna starci dentro. Serve stare dentro le cose, per trasformare un limite in un cambiamento.

Per generare cambiamento bisogna avere bene attivi i cinque sensi e sopratutto bisogna avere sviluppato il sesto senso: la consapevolezza.

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